Chiesa di Villatico |
Colico, la località all'estremo nord del lago di Como, non è soltanto spiagge, kitesurf, bagni e battelli. Adagiata ai piedi del monte Legnone, è il luogo ideale per partire alla scoperta delle pendici boschive e scoprirne i gioielli nascosti assieme ai bambini.
La località di partenza dell'escursione di oggi è la frazione di Villatico, a 288 metri di altezza e perciò poco sopra la sponda lacustre. Si lascia a macchina nei posteggi liberi accanto alla chiesa di San Bernardino, ben riconoscibile dal grande rosone aperto sulla facciata principale e per il color ocra degli elementi decorativi. E' famosa perché qui, il 22 agosto del 1939, venne battezzata la neonata Teresina Mainetti che qualche anno dopo decise di votare la propria vita all'amore nei panni di Suor Maria Laura Mainetti, seguendo gli insegnamenti delle Suore Figlie della Croce, comunità attiva e presente in paese. La religiosa venne uccisa la sera del 6 giugno 2000 a Chiavenna da tre ragazze che si apprestava ad aiutare. Esattamente 21 anni dopo la Chiesa ha deciso di rendere omaggio al suo operato rendendola Beata.
Oltrepassato l'edificio religioso, e seguendo le indicazioni, in una manciata di passi ci si ritrova nel cuore del borgo dove un tempo esistevano ben dodici mulini, il primo dei quali risalente al 1239. Alcuni di questi sono stati recuperati e resi visitabili dagli attuali proprietari previa prenotazione (visita il lik: https://www.molinomaufet.com/villatico-e-i-suoi-antichi-molini). Nei secoli scorsi l'acqua della Févra incanalata nella 'roggia dei mulini' muoveva le grandi ruote di queste macchine ingegnose che, a loro volta, azionavano macchinari per segare i tronchi, spremere le olive e le noci, macinare il grano e follare, cioè attribuire maggiore spessore e resistenza alla lana. Un modo 'green', rispettoso della natura perché utilizzava energia pulita e rinnovabile, un tema odierno d'indiscussa importanza, per assolvere moltissimi compiti. In certi tratti del percorso sono ancora visibili i canali in pietra a terra e quelli sopraelevati sorretti da pilatri, nonché i chiusini per regolare l'afflusso dell'acqua.
Il meglio ristrutturato è di certo il Mulino Maufet, il cui complesso a monte parrebbe degli inizi del 1700. Documenti del vecchio Catasto ne attestano infatti l'attività come sito di 'Pila per l'orzo', cioè di squamatura del cereale. Azione che ho ben descritto, dopo aver avuto la fortuna di vedere con i miei occhi, nel post dedicato al Mulino Menaglio di Teglio: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2021/06/mulino-menaglio-teglio.html. Del Maufet invece si hanno le prime tracce nel 1826, data impressa sull'architrave in pietra sopra la porta d'ingresso.
Procedendo in salita verso il limitare del bosco la vista si spalanca verso il lago rendendo ancora più piacevole la camminata e in circa mezz'ora dalla partenza si è inghiottiti dalle enormi latifoglie mischiate ai pini e ai larici che rivestono le pendici del monte Legnone. La strada asfaltata diventa una mulattiera e quindi un sentiero ombreggiato finché la luce del sole compare di nuovo prepotente sull'antico borgo di Fontanedo, dopo circa 20 minuti.
Panorama sul lago di Como salendo verso il borgo di Fontanedo |
Adagiato sopra un promontorio a circa 500 metri di altitudine, risale al 1100 e rimane abitato fino al XIX secolo. I ruderi delle abitazioni, oggi come un tempo, sono circondati da castagneti, noceti e prati, e si aggrappano lungo il crinale sul cui culmine si erge la Torre. Il nome deriva dal termine fontane, infatti sorge in una zona molto ricca di acqua dove scorre il torrente Inganna. Un tempo serviva ad annaffiare le coltivazioni, le viti, gli orti e una parte veniva convogliata nella roggia che alimentava i mulini di Villatico. Tutt'ora è di vitale importanza per gli abitanti in quanto alimenta l'acquedotto di Colico.
La Torre di Fontanedo fu eretta dai Visconti nel 1357 allo scopo di potenziare la linea difensiva dell'alto lago e per salvaguardare la via di comunicazione che attraversava l'intero ramo lecchese del lago, sconfinando in Valsassina e giungendo in Valtellina, attualmente conosciuta come il Sentiero del Viandante. La struttura costruita con grossi conci di pietra è circondata da una cinta muraria e risulta priva di apertura nella fascia più bassa, al fine di ostacolare l'ingresso agli assalitori. La porta è posizionata al primo piano e vi si accedeva tramite una scala in legno amovibile.
Un minuzioso lavoro di restauro ha reso la torre di nuovo accessibile nei fine settimana e durante le sagre. L'interno è stato valorizzato in maniera pregevole e salire la scalinata interna fino alla cima significa godere di un panorama meraviglioso sulla conca colichese del lago di Como e sui monti che la incorniciano.
La torre di Fontanedo |
Due vedute verso la parte alta del lago di Como dalla torre di Fontanedo
Torniamo alla macchina seguendo in parte un percorso ad anello che si ricongiunge nei pressi della zona alta di Villatico.
Se vi trovate in zona all'ora di pranzo o di cena potete ristorarvi alla Vecchia Osteria Robustello, sistemata proprio all'inizio della mulattiera e del sentiero per Fontanedo, dopo aver attraversato il torrente Inganna. Non ne abbiamo assaggiata personalmente la cucina ma ci è stata consigliata da amici e contiamo di gustarne i piatti al più presto.
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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