L'Italia è disseminata di opere d'arte, luoghi pieni di fascino e storia capaci di riempirci l'anima di sentimenti positivi. L'osservarli ci fa stare bene. Perché infondo il poter vivere, calpestare, toccare e guardare ciò che è bello ha la capacità di sollevarci, almeno per un po', dalla negatività del periodo che sembra non finire mai.
Il DUOMO di Milano possiede di certo tale caratteristica. Il colore biancore dei marmi abbaglia persino nelle giornate di nebbia e l'eleganza della sua architettura funge da calamita per occhi e cuore. Io e mio marito abbiamo beneficiato diverse volte di tale splendore e ora è la volta di nostro figlio Leonardo. Per evitargli almeno la coda alla biglietteria acquistiamo gli ingressi sul sito internet ufficiale: https://ticket.duomomilano.it/, scegliendo l'opzione Duomo pass, con salita a piedi alle terrazze.
L'idea del Duomo nasce nel 1386 grazie alla volontà dell'arcivescovo Antonio da Saluzzo di edificare una nuova Cattedrale al posto di quella di Santa Maria Maggiore. Da allora la costruzione si evolve pian piano, accompagnando il susseguirsi di famiglie nobili che ne finanziano, e influenzano, la realizzazione. Dall'epoca Viscontea a quella Sforzesca e poi Borromaica, per arrivare all'ottocento e quindi ai giorni nostri: l'era degli infiniti restauri.
La facciata appare scandita dai pilastri, dai cinque portali (quello centrale e i quattro laterali), dalle finestre sormontate da piccoli timpani e dagli innumerevoli elementi ornamentali. Le nicchie, le enormi vetrate colorate, le ben 3400 statue decorative e le 135 guglie arricchiscono l'intera struttura in stile gotico, facendo della cattedrale uno degli edifici religiosi più grandi e sfarzosi d'Europa.
Precediamo la scoperta dell'interno con la visita al limitrofo Museo del Duomo nelle cui sale silenziose e illuminate appena da luci soffuse è conservata la storia di 600 anni. Si comincia dal prezioso Tesoro per poi proseguire con statue, gessi e terracotte, dipinti, arazzi e vetrate. Delle numerose creazioni catturano i nostri occhi l'Evangelario di Ariberto (capace di ricordarmi la strabiliante Pace di Chiavenna: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2017/01/la-strabiliante-pace-di-chiavenna.html), il modello del Duomo in scala 1:22 realizzato in legno di tiglio e noce, l'esposizione di calici, tra cui uno in particolare rivestito di corallo, la preziose Pace di Pio IV con diamanti e rubini, le sculture riproducenti aquile e i modelli in terracotta per formelle della cinta del tornacoro (l'originale toglie il fiato).
Finalmente è giunto il momento di varcare il portale d'accesso, e lì la sacralità ammutolisce il visitatore. Lo sguardo scorre verso l'alto seguendo le sagome dei pilastri per poi spingersi nella profondità delle navate. Si procede pian piano in silenzio, portando rispetto a una delle opere emblema della cristianità. Ci si perde tra le 52 colonne possenti che sorreggono gli archi a sesto acuto, si osservano con stupore il tornacoro marmoreo, gli altari, le vetrate decorate, le infinite statue e il più grande organo della Nazione con le sue 15800 canne, di cui la maggiore supera i 9 metri di altezza. Il marmo trasuda storia, religiosità, dogmi e insegnamenti ecclesiastici, arte, abilità e ingegno dell'uomo.
Il Duomo custodisce pure un tesoro meno appariscente, celato in parte sotto la scalinata d'accesso ed esteso fin'oltre la metà della piazza antistante, mi riferisco all'area archeologica raggiungibile dall'interno attraverso una manciata di gradini in prossimità della facciata principale. Nell'area sotterranea si cammina fra i resti del Battistero di San Giovanni alle Fonti e della Basilica di Santa Tecla, tra mosaici policromi, marmi e pietre intarsiati. Del primo si ammira la vasca e pianta ottagonale che ricorda i sette giorni della creazione e l'ottavo, simbolo d'inizio dell'eternità. Risalente al periodo paleocristiano, lo cominciò Sant'Ambrogio nel 387 subito dopo la fondazione della Basilica, perché a quei tempi per entrare nell'edificio religioso i fedeli dovevano era battezzati... una sorta di green pass antico :-))). Sempre di allora la notte della vigilia di Pasqua viene identificata come il momento in cui si celebrava il Sacramento del Battesimo, durante il quale i battenzandi esibivano delle offerte. Le 222 monete rinvenute nella canaletta perimetrale testimoniano l'usanza, eseguita con l'intento di allontanare gli spiriti malvagi, per simboleggiare il passaggio dalla morte del peccato alla vita pura e come offerta per la guarigione dell'anima dal peccato.
Veduta dalle terrazze verso la città |
Selva di guglie sulle terrazze del Duomo |
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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