martedì 23 agosto 2022

Valdidentro: Family bob, alpaca e pinete meravigliose

Pronti a partire sul Family Bob
Ancora una volta torniamo in Valdidentro, alta Valtellina, alla ricerca di un po' di frescura in questa torrida estate 2022, per ripetere un'attrazione sperimentata due anni fa e della quale conserviamo un ricordo divertente e adrenalinico, specialmente il nostro Leonardo. Sto parlando del Family bob, un serpentone fatto di rotaie che si addentra sinuoso nella pineta per 600 metri e su cui sfrecciano macchinine biposto colorate. Per provarlo saliamo con la cabinovia dal paese di Isolaccia, a 1350 metri di altitudine e poco lontano dalla nota località turistica di Bormio, fin quasi ai 2000 metri del Pian della Mota. Non appena le porte delle cabine si aprono un'aria fresca ci avvolge e veniamo raggiunti dalle grida di felicità e sorpresa di bambini e adulti a bordo delle simpatiche vetture. L'attrazione è adatta ai bimbi dai 4 anni in su (i più piccoli devono essere accompagnati) e una volta trascinati all'apice del percorso si può scegliere di 'tirare i freni' oppure scendere a tutta velocità, sperimentando una sensazione simile a quella delle montagna russa, ma senza giri della morte! Provate! Per prezzi, orari e biglietti consultate il sito internet: https://www.cimapiazzi.eu/it/estate/family-bob/.

Mappa dei sentieri attorno al Pian della Mota

Primo tratto in discesa della passeggiata dal Pian della Mota

E dopo il Family Bob continuiamo la giornata passeggiando nella pineta invasa dalle fragranze di resina, muschio, pino, rese ancora più forti dai recenti temporali. Stavolta non ci inerpichiamo in salita fino alla chiesetta di San Colombano (se volete scoprire l'escursione consultate il link sul blog: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2020/08/cima-piazzi-happy-mountain.html), bensì in discesa, per un primo tratto, lungo la pista sotto il passaggio delle cabinovie. Poi una strada forestale si addentra nella pineta in un susseguirsi di saliscendi privi di difficoltà, fino a incrociare dopo circa un'ora e dieci, di passo costante e rilassato, una pista da sci. La vista si spalanca sulla montagna con le stazioni di Bormio 2000 e 3000, le vette dell'incantevole e incontaminata val Zebrù sulla sinistra (la nostra gita: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2021/07/scoprire-la-val-zebru.html) e in lontananza i ghiacciai sopra Santa Canterina Valfurva.  

Incrocio della strada forestale con la pista da sci, con splendido panorama

Laghetto al Rifugio Baita Motin

Proseguendo a destra si giunge dopo poco al Ristoro al Forte e al Fortino Venini Oga, quest'ultimo chiuso temporaneamente per lavori di ristrutturazione, ma meritevole di una visita appena riaprirà  (eccovi la descrizione sul post: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2017/07/il-fortino-di-oga-spasso-nella-storia.html). 
Noi invece svoltiamo sulla sinistra, 'rotolando' su una seconda pista da sci dalle pendenze ripide e d'estate trasformatasi in prato, proprio nel punto immortalato nella fotografia. Altri venti minuti e siamo nei pressi del Rifugio Baita Motin a 1625 metri e dov'è possibile gustare una cucina tradizionale immersi nel verde e nella tranquillità. Avendo il pranzo il sacco non la sperimentiamo, fermandoci qualche passo prima su un tavolo con panche in legno non trattato che pare essere stato messo lì apposta per noi. Per raggiungerlo abbiamo lambito poco più in alto la Riserva Paluaccio di Oga caratterizzato da torbiere e paludi, e seguito il perimetro di un bel pascolo con una sola casa nel centro: una piccola oasi montana. 

Pascolo nei pressi della Riserva Paluaccio di Oga

Transitiamo poi nella proprietà del rifugio Baita Motin, dove sorseggiamo caffè e bibite fresche mentre Leonardo si diverte fra il laghetto e il recinto con l'asinello, per addentrarci di nuovo nella fitta pineta e seguire le indicazione per Fochin, un monte a 35 minuti di distanza e 1590 metri di quota. Qui gli alberi si schiudono regalando un panorama splendido sulle montagne che ospitano le antiche Torri di Fraele e l'accesso alle vallata con le dighe di Cancano.

Panorama da Fochin sui monti e la strada che conduce alle Torri di Fraele

Per tornare alla macchina, lasciata nel parcheggio della stazione a valle della Cabinovia, bisogna continuare in discesa sulla sterrata come indicato dal cartello per Isolaccia a 1 ora e trenta. Dopo circa 20-30 minuti si deve imboccare il sentiero in salita sulla sinistra, segnalato dalla freccia eppure facile da oltrepassare se non si presta attenzione alla cartellonistica. In tal caso nessun problema, è possibile scendere fino alla ciclabile nel fondovalle e da lì tornare al paese, tuttavia significa avanzare sull'asfalto ed esposti al sole. Meglio quindi restare nella pineta e nei pressi di un casello dell'acqua continuare in piano sul tracciato n°283.2, sulla mappa, sebbene dipinto su un tubo ci sia la dicitura, sbagliata, n°282.2. 
In un'oretta giungiamo a destinazione, dopo una camminata di 3 ore e mezza, escluse pause pic-nic, foto e caffè. 

Ma non è ancora il momento di salutare la Valdidentro. Dei morbidi, affettuosi e simpatici alpaca accolgono i bambini all'Alpaca's farm del Nira Resort. Con loro è possibile affrontare trekking nei boschi e vivere esperienze in fattoria. Se come noi arrivate a pomeriggio inoltrato e non disponete di molto tempo, l'opzione migliore è l'ingresso in un'area recintata attrezzata con altalena, scivoli, tappeti elastici e soprattutto all'interno della quale brucano liberi questi socievoli mammiferi dalle mille sfumature. Alcuni di essi apprezzano coccole e carezze, altri sfuggono senza creare alcun pericolo dalle manine dei bimbi un po' troppo irruenti. 
Nostro figlio se ne è innamorato, sperimentando con entusiasmo questa esperienza tanto semplice quanto emozionante, una delle tante studiate ad hoc per le famiglie: complimenti a gestori e istruttori.  

...e morbidissimi!
Questi alpaca sono socievoli...

























Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post.
 Un caloroso sal
uto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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