venerdì 31 marzo 2023

Sulla Greenway del lago di Como

Il lago di Como è fantastico in primavera, quando non è ancora invaso dalle orde di turisti, il sole scalda al punto giusto e l'aria frizzante rinfresca i vagabondi come noi impegnati nelle camminate. 
Nei giardini di villa Meier ci si diverte
Oggi percorriamo la Greenway, il tracciato della lunghezza totale di circa 11 chilometri sviluppato su fondo stradale, acciottolato e selciato, con partenza a Colonno (se provenite dalla città di Como) e arrivo a Griante; viceversa se come noi arrivate da Sondrio. 
Decidiamo di 'saltare' il primo tratto adagiato sulla riva antistante la famosa Villa Carlotta di Tremezzo con i suoi favolosi giardini (se vi incuriosisce a questo link trovate il post nel mio blog che le ho dedicato: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2014/04/villa-carlotta-scatti-dal-lago-di-como.html ), in quanto percorso svariate volte. Per accontentare nostro figlio Leonardo di 6 anni lasciamo la macchina nel parcheggio gratuito delle scuole di Tremezzo, ad appena 400 metri dalla riva, per attraversare a piedi i giardini di Villa Meier, ora Parco civico Teresio Olivelli, con scivoli e altalene, e transitare sul ponticello in pietra letteralmente sopra la strada Regina (SS340) arrivando nella porzione a ridosso del lago attrezzata con giochi, panchine, fontana e scalone monumentali, bar con tavolini all'esterno.

Fontana e scalone monumentale nel Parco civico Teresio Olivelli

Abbandonato il parco, passeggiamo sul marciapiede in prossimità della superficie dell'acqua lievemente increspata dalle onde, godendoci il primo tepore primaverile e gli scorci sulla penisola di Bellagio che dal valico del Ghisallo, luogo iconico per gli amanti della bicicletta grazie al passaggio di competizioni importanti come il giro di Lombardia e alla presenza del museo del ciclismo, discende sino al borgo fascinoso con la sua villa Melzi. Anche per queste attrazioni ho redatto degli articoli ai link sul blog: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2016/03/dalla-madonna-del-ghisallo.html e http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2014/05/villa-melzi-bellagio-scatti-dal-lago-di.html.
In prossimità del bar ristorante Tremezzino ci si lascia alle spalle la riva per intrufolarsi nel vicolo dei Fabbri e procedere in salita, dapprima stretti fra due ali di abitazioni storiche, poi su carrozzabili più ampie ma su cui raramente transitano macchine. Le vedute si schiudono pian piano verso il lago, diventando via via sempre più ampie, almeno fino in corrispondenza di Palazzo Rosati quando bisogna ripiombare nella contrada ben tenuta di Bonzanigo. 
E qui, con stupore, scopriamo un'abitazione padronale chiamata la Casa dei presepi nella quale sono conservate le opere di artisti locali, in esposizione permanente, raffiguranti la natività nei paesaggi classici della Palestina e negli angoli suggestivi del lago di Como. Le statuine e le ambientazioni sono delle opere d'arte e se ne rimane incantati guardandole, catturati dall'espressività dei volti e dall'accuratezza dei dettagli.
Appesa a una parete esterna campeggia una stampa intitolata 'Un Natale fuori stagione', una storia vera ricostruita sulla memoria di Antonio Piazzola e scritta in maniera semplice e diretta da Don Luigi Barindelli. I fatti narrati sono accaduti in un tempo non troppo lontano, negli anni trenta del novecento, e la narrazione è dura, commovente, poco romantica e soprattutto straziante. Inizia così: 'non era Natale, lei non era la Madonna, lui non era San Giuseppe, anche se la stalla era vera come quella di Betlemme: con la mangiatoia, gli animali, il fieno e gli odori'. E poi ancora: 'lei non era la Madonna, lui non era San Giuseppe, ma Gesù Bambino in quella stanza c'era davvero. E' stato lui stesso a rivelarlo quando disse: tutto quello che avete fatto a uno di questi bisognosi, lo avete fatto a me'.

Alcuni scatti della Casa dei presepi





Il panorama si spalanca ancora dalla terrazza della Chiesa Parrocchiale di Sant'Abbondio Vescovo, perfetta per la sosta picnic soprattutto se siete con dei bambini. Infatti, adiacente all'edificio religioso si trovano due campetti da calcio, il parco giochi e dei bagni pubblici molto spartani. L'escursione continua alternando porzioni di saliscendi che poi divengono pianeggianti sul grazioso lungolago Guido Delmati di Lenno. Qui, la tappa golosa alla Fabbrica del gelato in Piazza 11 Febbraio è obbligatoria. 
Per un breve tratto le indicazioni della Greenway corrispondono a quelle per Villa Balbianello, l'elegante dimora composta da giardini, palazzo, chiesetta, loggia e imbarcadero aggrappata sulla punta della penisola di Lavedo. Raggiungibile grazie a un viottolo pedonale di circa un chilometro, non la si vede nè dal paese, nè dalla strada. E' infatti provenendo dal lago che si ha una visione completa della proprietà, creata in maniera discreta adattandosi alla morfologia e alla vegetazione del promontorio roccioso rivestito di alberi. Se ne siete incuriositi leggete il post sul blog al link: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2018/09/villa-balbianello-e-il-lungolago-di.html.

Panorama dalla Chiesa Parrocchiale di Sant'Abbondio Vescovo

Lungolago di Lenno protetto dalla Penisola di Lavedo

Negli ultimi anni gli amanti della camminata sono cresciuti a dismisura. E' una pratica sana, economica, da svolgere da soli o in compagnia, praticabile ovunque, dalle persone di tutte le età ed estrazione sociale. Non a casa incrociamo coppie di fidanzati e famiglie, gruppi di anziani e ragazzi, uomini e donne vestiti con capi sportivi all'ultima moda oppure in modo semplice. Non importa chi sei, cosa fai o il tuo tenore di vita. Tutti faticano o si emozionano ammirando quest'angolo di Lombardia: è la bellezza del camminare. Almeno per qualche ora si è uguali e senza pregiudizi.
Proseguiamo ancora sull'altalena di selciati e stradine, concedendoci una sosta al parco di Ossuccio, munito di giochi per bambini e chiosco, per ammirare l'isola Comacina con la piccola Basilica bianca di Sant'Eufemia e scattarle delle foto pittoresche sfruttando il primo piano su rami fioriti e il campanile della chiesetta di Santa Maria Maddalena.
Un altro belvedere lo si incontra più avanti, nel luogo in cui la chiesa risalente all'XI secolo di San Giacomo di Spurano, stretta lungo il sentiero, sembra poter cascare da un momento all'altro nel lago.

Campanile della chiesa di S. Maria Maddalena di Ossuccio e l'isola Comacina sulla sfondo

Interno della chiesa di San Giacomo di Spurano

Da questo punto in poi la Greenway si inoltra nella parte più amena del lago di Como, quella che mi ricorda i fiordi norvegesi, con i fianchi ripidi delle montagne ricchi di vegetazione, scarni di abitazioni e che si tuffano nell'acqua. Ci si lascia alle spalle l'isola Comacina per proseguire lontano dalla riva, mantenendo una posizione sopraelevata rispetto alle case e tale da consentire delle vedute suggestive prima su Sala Comacina e poi in direzione di Colonno, fine (o inizio a seconda del senso di percorrenza) della Greenway. 
Se come noi decidete di tornare in pullman, consiglio di abbandonare il percorso della Greenway a circa 500 metri dalla conclusione e di scendere attraverso il nucleo storico di Colonno dove, a ravvivare la contrada, noterete una casa incastrata fra le altre vecchie abitazioni, tinteggiata di un colore rosso brillante e con le persiane verdi. Poco oltre si sbuca sulla strada Regina e bisogna svoltare a sinistra per giungere in Piazza Matteotti, fermata dell'autobus C10 che vi riporterà a Tremezzo. E' possibile acquistare i biglietti nel vicino bar 'la locanda del vino buono', non so se sia consentito comprarli direttamente a bordo.
Non mi resta che augurarvi una buonissima passeggiata, stavolta nella splendida cornice del lago Como.

La piccola isola Comacina si allunga nel lago di Como

Veduta su Sala Comacina

Vista in direzione di Colonno e la conclusione (o inizio) della Greenway

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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