Fuga dal caldo torrido. E' il motivo principale che ci ha portato in VALDIDENTRO, il secondo comune più esteso della Lombardia, Italia, a pochi chilometri dalla famosa località turistica di Bormio che potete scoprire nei miei post 'là dove osano le aquile', 'il percorso ad anello di Bormio 2000', 'il fortino di Oga: a spasso nella storia', 'scalata al passo Stelvio', 'a Bormio col monello', e ancora 'bellezze di Valtellina: Bormio', 'la bellezza del passo Gavia'.
In questo fine settimana ci spostiamo lungo la strada statale SS301, direzione di Livigno, tenendo come punto di riferimento il paese di Isolaccia, protagonista nella serata di sabato 4 agosto della strepitosa Notte Viola (appuntamento da segnare sul calendario per l'anno prossimo).
Ma andiamo per ordine, cominciando con un paio di consigli per chi viaggia con i bambini. A Bormio per una pausa caffè o un pranzo veloce il bar tavola calda Le Corti è l'ideale, con tavolini all'esterno e parco giochi, mentre per una cena informale in un locale ampio e servizio veloce (se non siete alla ricerca di piatti tipici valtellinesi), suggerisco l'Oliver American Restaurant con diversi coperti nella piazzetta distribuiti di fronte a scivoli e altalene. Propone pizze, pasta, menù bimbi, hamburger, ricette messicane, long drinks, aperitivi e molto altro.
In Valdidentro pernottiamo al Meublè Rosalpino, con camere semplici, pulite e una colazione a base di deliziose torte fatte in case. A Isolaccia invece l'ampia area verde comunale disseminata di giochi, tavoli, panchine, servizi igienici, e attorniato da parcheggi liberi, è perfetta per un pic nic ed è pure il punto di partenza della nostra passeggiata di 3 ore, comprensive di numerose soste e con un dislivello in salita di 150 metri.
In pochi passi dal parco giungiamo in piazza 4 Novembre con la chiesa di Santa Maria Nascente, seguiamo per un breve tratto la strada SS 301 in direzione di Livigno e giriamo a destra su via Plomp percorrendola per 150 metri. Superato un ponticello sulla sinistra si imbocca un sentiero stretto e ripido immerso nella pineta che conduce prima al Centro Faunistico Scianno, ora chiuso, nel quale venivano accolti animali feriti e debilitati, e poi a una biforcazione dove tenendo sempre la sinistra si giunge ai piedi della flebile e altissima cascata di Scianno, visibile anche dal paese. Sono trascorsi 40 minuti dalla partenza e le gocce d'acqua avvolgono il corpo, regalando una sensazione di frescura da brivido. Scianno non è certo paragonabile alla cascata dell'Acquafraggia in Val Bregaglia (vedi i post dedicati: 'sulla ciclabile della Valchiavenna', 'dalle cascate dell'Acquafraggia alla scoperta del Parco Paradiso' ), ma se siete in zona è una meta facile e accessibile con i bambini che si divertiranno a lanciare sassi nel fiumiciattolo, costruire piccoli menhir, bagnarsi mani e piedi.
Abbandoniamo con dispiacere la piacevole nube di spruzzi freddi per tornare all'incrocio e dirigerci al Punto Panoramico distante 10 minuti e all'attigua Palestra d'Arrampicata. Il primo offre una bella veduta sulla Valdidentro e in lontananza i picchi innevati della Valfurva, la seconda è costituita da alte falesie che comprendono svariati percorsi con gradi di difficoltà sino all'8A, avvolte da suggestioni e leggende. Ed è così che l'origine di una profonda fenditura nella roccia diventa teatro di un macabro mistero narrato nel libro 'Erba della memoria' di Alfredo Martinelli. La storia ambientata nel 1505 narra di un gruppo di zingari che transitando di qui con una vecchia lamentosa e zoppicante decise di spingerla giù dalle falesie. La vecchia mentre precipitava urlò contro di loro delle maledizioni e in quel momento la montagna si scosse, aprendosi e inghiottendo la compagnia di zingari. Da allora durante il solstizio invernale ed estivo gli spiriti indemoniati di quei poveracci affollano la fenditura terrorizzando i viandanti.
Fenditura nella palestra di roccia legata alla leggenda |
Palestra di arrampicata e sullo sfondo la chiesa di Pedenosso |
Proseguiamo sul sentiero ai piedi della palestra naturale d'arrampicata sino al suo termine ma invece di scendere su via 25 aprile usciamo dal bosco tagliando i pascoli e sbucando su via Fiordalisi che conduce a uno sperone di roccia su cui si erge la chiesa dei Santi Martino e Urbano, in località Pedenosso. L'edificio è molto suggestivo, circondato da un portico e con una scalinata che ne precede l'ingresso. La torre-campanile assieme alla asimmetria dell'architettura testimonia le origini difensive e di controllo, infatti San martino è noto come il santo soldato il quale da servitore dell'Imperatore divenne il servitore di Dio. Ancora oggi la chiesa domina la vallata e controlla dal basso le due torri di Fraele, sulla via per le dighe di Cancano (se volete scoprire questi luoghi leggete i post 'a Bormio col monello' ed 'emozioni tra le nuvole in Valtellina').
Scatti della chiesa dei Santi Martino e Urbano, in località Pedenosso,
del suo porticato, dell'ingresso e del panorama verso la Valdidentro
Conclusa la visita del complesso escluso l'interno, in quel momento non accessibile, torniamo al parcheggio di Isolaccia per partecipare alla Notte Viola, con eventi a partire dal tardo pomeriggio. Una volta all'anno d'estate la notte diventa pazzesca, divertente, ricca di colori, musica non stop grazie a diversi artisti di strada e band, spettacoli esilaranti per famiglie. Tantissime sono le proposte pensate per i bambini come i tanti laboratori e i molti giochi di un tempo costruiti in legno, i gonfiabili, le degustazione di miele, l'area gonfiabili e i lego giganti, la possibilità di mettersi alla prova sulla parete artificiale d'arrampicata, lo show dei burattini e la magica casa di Fraelino. Poi ancora, bancarelle con prodotti di artigianato, merchandising dell'evento, la card pensata per i grandi con cinque assaggi dei prodotti di una volta e quella dedicata ai piccoli per accedere alle varie attività e con inclusa una corsa omaggio sull'adrenalinico Family Bob Cima Piazzi, già testato da noi. Si soddisfa il palato grazie una vasta scelta di specialità tra cui il duetto di pizzoccheri e taroz, spatzle e sciatt, panini caldi, pollo, patatine e ravioli fritti, dolci e torte fatte in casa, formaggi, polenta e arrosticini, e moltissimo altro. Mentre scrivo le narici ricordano quel miscuglio di profumi stuzzicanti e la bocca percepisce ancora i sapori di quella sera...
Il giorno dopo ci attende un'escursione ad anello in Valle Lia della durata di circa di 3 ore e un dislivello in salita di 450 metri, dai 1615 metri del parcheggio di Pian de li Astela ai 2060 metri di quota dell'Alpe Boron. Per giungere in macchina all'area di sosta bisogna acquistare il ticket di 5 euro presso l'ufficio del turismo della Valdidentro, in piazza 4 Novembre a Isolaccia, valevole per il breve transito e la permanenza su 'strada per Lia', ricordandosi di esporlo sul cruscotto. Dal 10 al 24 agosto il comune predispone inoltre un servizio navetta a pagamento dal campo sportivo di Isolaccia a località Prescedont (o Presedont), 1,6 chilometri più avanti.
Una volta scesi dall'auto il tracciato si sviluppa interamente su strade, prima asfaltate e poi sterrate/bitumate, risulta ben segnalato e adatto pure alle famiglie con passeggini (quelli da trekking). Tenete però conto che presenta tratti di salita e discesa impegnative.
In 35 minuti si raggiunge un incrocio nei pressi della chiesetta di Presedont nell'alpeggio omonimo, con monumento commemorativo dedicato agli alpini e delle belle, e rare, stelle alpine. Quindi seguiamo la carrozzabile sulla sinistra dalla pendenza severa e dopo un'ora abbondante di cammino senza fretta e all'ombra dei pini incontriamo i pascoli e le baite dell'ampia alpe Lia a 1950 metri di altitudine, da cui si ammira una splendida vista sui ghiacciai e i nevai della Cima Piazzi. Il picco montuoso appare ancora più vicino e maestoso una volta giunti all'alpeggio Boron, a 2057 metri, animato dai campanacci delle mucche e dagli avventori dell'agriturismo. Qui gli alberi creano una cintura attorno alla distesa erbosa tagliata in due dal torrente nel cuore della vallata, luogo perfetto per il nostro pic nic, nonché punto di partenza dei sentieri per i bivacchi Ferrario e Cantoni. La sagoma rossa di quest'ultimo è ben distinguibile sopra un costone di roccia a fianco del ghiacciaio.
Rifocillati e riposati passiamo sul lato opposto, rispetto a quello dell'andata, di valle Lia, rituffandoci nella pineta e camminando piacevolmente su una stradina sterrata che per un lungo tratto si mantiene pianeggiante. Il dislivello negativo viene superato più avanti grazie a qualche tornante fino all'incrocio del tracciato con val Verva e poi con ripidi rettilinei, per tornare di nuovo alla chiesetta di Presedont e quindi al parcheggio di Pian de li Astela, partenza e arrivo di questo itinerario fortunatamente poco conosciuto eppure splendido.
Chiesetta di Presedont (o Prescedont) in valle Lia |
Alpeggi lungo la strada per l'alpe Boron in valle Lia |
Valle Lia vista dall'Alpe di Boron |
Veduta sul ghiaccio dall'alpe Boron |
Alpeggio sulla via del ritorno |
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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