lunedì 1 febbraio 2021

Trieste: città di mare

Una giornata non basta per ammirare tutti gli angoli di Trieste, è appena sufficiente per comprendere in maniera superficiale l'anima elegante, vivace, fiera di una città dal passato glorioso, mossa dal duro lavoro e profondamente legata alle tradizioni marinaresche. La manifestazione della Barcolana ne è la prova. Si tratta della regata internazionale fra le più grandi e famose al mondo, organizzata ogni anno nel mese di ottobre e quest'anno prevista per domenica 11, al termine di una settimana colma di eventi e competizioni collaterali. Il teatro della manifestazione è il golfo triestino con le barche a vela in movimento fra le onde e attraccate al porto. 

Trieste celebra la Barcolana 

C'è poi un posto sulla terraferma che ne accoglie il villaggio, con gli stand dei principali sponsor, quest'anno meno affollato per via del distanziamento imposto dal Covid. E' la magnifica Piazza Unità d'Italia, da una parte aperta sul mare e sugli altri tre lati abbracciata da bei palazzi, oggi sede di enti pubblici. L'ottima conservazione è il risultato dei restauri dei primi anni del 2000. Fra questi risalta l'edificio della Luogotenenza austriaca dall'entrata monumentale coperta da due piani di loggiato e i mosaici raffiguranti gli stemmi di casa Savoia. Accanto, il palazzo Stratti con lo storico caffè degli specchi, e sul segmento opposto della piazza spicca il Grand Hotel Duchi d'Aosta. Nel mezzo, il municipio con la torre su cui stanno aggrappati i due automi incaricati di scandire il trascorrere delle ore. Lì davanti si erge la fontana barocca dei quattro continenti che simboleggia la fortuna di Trieste con la scultura di una donna nel punto più alto, adagiata sopra la pietra del Carso e sulle quattro statue che impersonano l'Europa, l'Asia, l'Africa e l'America. 

La fontana dei quattro continenti antistante il Municipio in Piazza Unità d'Italia

Piazza della Borsa

Non solo qui ci sono edifici degni di essere ammirati, nel centro triestino si susseguono le facciate con decori, colonne, bassorilievi. Basta ricordarsi di puntare lo sguardo verso il cielo, senza rischiare però di inciampare o travolgere un passante. 
Spazi ampi si aprono tra un vialone e l'altro e sono abbelliti da fontane e monumenti. 
Attraversiamo l'irregolare piazza della Borsa per proseguire fino al Ponte Rosso sopra il Canal Grande di Trieste. 
E' d'obbligo fermarsi per lasciar correre gli occhi al mare da una parte e dall'altra osservare la chiesa parrocchiale di Sant'Antonio Taumaturgo con l'imponente pronao neoclassico. 





Canal Grande di Trieste

Non siate pigri e arrivate fino a piazza Vittorio Veneto con la fontana dei Tritoni nel centro. Lo stato di abbandono in cui versa l'edificio delle Ferrovie procura un alone di tristezza, accentuato pure dalla pomposità dall'antistante palazzo delle Poste. La città però è anche questo, ricchezza e povertà, abbandono ed esaltazione, due stati contrapposti, riflesso della vita del genere umano.

Fontana dei Tritoni in Piazza Vittorio Veneto

La scoperta di Trieste prosegue passando dal Teatro romano. Costruito nel I secolo d.C., a quei tempi era lambito dal mare e possedeva una capienza di ben 6000 persone. Ora la sua originaria bellezza è oscurata, oltre che dall'implacabile scorrere del tempo, dal fatto di essere soffocato dal traffico e dai palazzi. Il sito si adagia ai piedi del COLLE SAN GIUSTO in cima al quale si può arrivare percorrendo strade strette e molto ripide oppure usufruendo dell'ascensore scavato nella collina, ubicato nel parcheggio multipiano. Per comodità scegliamo la seconda opzione e in una manciata di secondi giungiamo nel luogo un tempo sede del primo insediamento umano, poi divenuto foro romano, infine area che accoglie cattedrale e castello consacrati al patrono, e parco della Rimembranza a ricordo dei caduti in guerra. 
resti dell'antica civiltà romana risalenti al I secolo d.C. si allargano ai piedi della fortezza. Qui si ergeva una basilica a tre navate, detta civile per gli scopi commerciali e giudiziari che vi erano assolti. L'ingresso all'area si trovava alla base dell'attuale campanile. L'antichità si respira anche nel museo intitolato a J.J. Winckelmann, archeologo e antiquario tedesco simbolo delle istituzioni museali triestine, a cui si accede dalla piazza dopo aver percorso l'orto lapidario tempestato di pietre sepolcrali. Disinteressandoci, per il momento, di archeologia non entriamo al museo, tuttavia apprezziamo il giardino pensile che lo precede per la sua particolarità
L'adiacente Cattedrale di San Giusto impone la sagoma massiccia di un edificio dalle linee semplici e austere, frutto dei lavori di unificazione tra due chiese avvenuti nel 1300. Sulla facciata a capanna spicca il grande rosone e la sagoma tozza del campanile a pianta quadrata si addossa a essa. Oltre alla stessa pietra con cui sono stati costruiti li accomuna la generosità di reperti dell'epoca romana utilizzati per decorarne le pareti. La severità dell'esterno prosegue anche all'interno, fatta eccezione per i bei mosaici bizantini che meritano di essere ammirati. 

Cattedrale di San Giusto

L'apice del colle è occupato dal Castello di San Giusto. La storia del sito inizia molto tempo fa, dei resti infatti attestano la presenza di un abitato fortificato fin dal 1000 a. C. La fortezza vera propria invece vede la luce tra il 1468 e il 1474 e si lega alla rivalità tra Trieste, volenterosa di autonomia, e le nemiche Austria e Venezia, interessate a sottometterla. Nel corso dei secoli diviene caserma e prigione, fino agli anni trenta del novecento quand'è sottoposta a una campagna di restauri radicali per trasformarla in quella che viviamo ora: un centro di attività artistico-culturali. A dire la verità l'architettura in sé non ci entusiasma, meritano invece i camminamenti sulle mura dai quali si gode di una discreta visuale verso il porto, la città e i dintorni. Superata la rampa d'accesso alla rocca colpisce il vestibolo, caratterizzato dagli stemmi in pietra appartenenti a famiglie nobili del luogo e collocati sulle pareti. Questo ambiente accoglie pure la grossa campana e i due automi con il compito di percuoterla, chiamati dagli abitanti Michele e Giacomo. Per quasi un secolo hanno scandito le ore dalla torre del Municipio in Piazza Unità d'Italia fino a quando, a causa dell'usura, sono stati sostituiti. Leonardo e mio marito apprezzano l'armeria, sistemata su diversi livelli e narrante l'evoluzione delle armi grazie a esemplari di pugnali, spade, pistole e alabarde. A tal proposito è curiosa la leggenda di San Sergio, uno dei protettori della città e al quale Trieste deve il simbolo appunto dell'alabarda. Pare che il santo abbia promesso che nel momento del suo martirio la cittadina avrebbe ricevuto un segno. Così accadde e nel giorno dell'esecuzione precipitò dal cielo l'arma che, secondo la credenza, corrisponde a quella conservata nel Tesoro della Cattedrale di San Giusto.  

A spasso nel Castello di San Giusto

Con lo scopo di rilanciare il turismo a Trieste, l'ingresso al castello per l'anno in corso, come per gli altri musei cittadini, è gratuito. Un'iniziativa concreta, intelligente e di sicuro molto apprezzata sia da noi turisti che dagli abitanti.
Faro della Vittoria
Torniamo in riva al mare, stavolta scendendo a piedi i ripidi vicoli di colle San Giusto e sempre camminando raggiungiamo piazza Gugliemo Oberdan da dove partono gli autobus numeri 42 e 44 per il Faro della Vittoria. Il tragitto di circa dieci minuti copre buona parte del dislivello in salita per arrivare al monumento, lasciando scoperti solamente gli ultimi centinaia di metri. Fu eretto al termine della Grande Guerra e inaugurato nel 1927 con una doppia funzionalità, pratica e commemorativa. La prima riguardava la necessità di fornire Trieste di un segnale luminoso maggiore rispetto alle piccole lanterne disseminate sulle rive, come testimonianza pure dell'importanza della città. La seconda invece è intrinseca al ricordo dei marinai morti durante il conflitto appena concluso. Guardandolo dal basso si rimane colpiti dalla sua sagoma slanciata e signorile, all'apice della quale è posta la statua della Vittoria alata, mentre alla base vi sono la scultura del Marinaio ignoto e l'ancora del cacciatorpediniere italiano Audace, il primo a entrare nel porto triestino il 3 novembre 1918. Le pietre carsica e istriana con le quali è stato costruito sono la testimonianza dello stretto legame con il luogo. La roccia calpestata dai soldati e dagli abitanti ha generato il faro. Arriviamo al sito solo cinque minuti dopo l'orario di chiusura e ci viene impedito di ammirare il golfo di Trieste dalla cima. Forse un po' più di flessibilità sarebbe apprezzata.

Ci consoliamo con un'ottima cena ancora alla pizzeria Di Napoli. Poi è d'obbligo la passeggiata senza meta tra le vie del centro che pullulano di gente riversatasi nei ristorantini, i pub e le taverne. La temperatura mite permette di mangiare o sorseggiare l'aperitivo all'aperto, in un clima di allegria che allontana per un po' l'ansia di un inverno su cui incombe il Coronavirus. Girovaghiamo in una Piazza Unità d'Italia quasi deserta, ancora più fascinosa con le luci dei lampioni, e proseguiamo fin sull'estremità di Molo Audace per apprezzare la bellezza e il romanticismo della Trieste notturna.

Trieste notturna vista dal Molo Audace

In questa fuga autunnale vogliamo anche gustarci il mare. Respirarne l'odore e sentirne la brezza tiepida sulla pelle, vedere le barche a vela scivolare veloci in lontananza, ascoltare le onde intrufolarsi fra i sassoni che disegnano la riva. Quale luogo migliore della Barcola per godere di tutto questo? E' il quartiere di Trieste conosciuto per la sua aria salubre e gli scenari incantevoli fin dal tempo dei romani. Il lungomare di cinque chilometri regala passeggiate rilassanti con vista sulle acque limpidissime e la possibilità di svolgere corse tonificanti fino al parco di Miramare. Nella parte iniziale i rami dei pini marittimi si aprono a ombrello formando una pineta dove poter trovare refrigerio durante l'estate. Qui ci sono pure attrezzi sportivi e soprattutto molti giochi per bambini che Leonardo pretende di provare tutti. 

Tratto dal mio diario di viaggio 'Treviso,Trieste e Borghetto sul Mincio'. Se volete leggere l'intero articolo cliccate sul link della nota rivista on line 'turisti per caso': https://turistipercaso.it/trieste/82354/treviso-trieste-e-borghetto-sul-mincio.html

Nei dintorni di Trieste ci sono due meravigliose attrazioni alle quali ho dedicato altrettanti post: il Castello di Miramare al link: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2020/11/castello-di-miramare.html  e la Grotta Gigante al link: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2020/12/nella-grotta-gigante.html

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.   

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