In Valchiavenna, all'ombra di un bosco di querce e pini, si snoda un tracciato misterioso che conduce su è giù tra colli rocciosi, sprofonda in fascinosi canyon e lambisce una lingua prativa dove l'umidità consente all'erba di crescere e ai fiori di sbocciare. E' un percorso meraviglioso lungo cui, con un po' di fortuna, è possibile avvistare strane creature fatte di sasso, enormi, di solito schive, protettrici della natura. Si animano di notte, ma le più intraprendenti amano spiare i viandanti e combinare scherzi. Così se vi sedete per un pic nic e sparisce un panino, non incolpate chi vi sta accanto, perché il responsabile potrebbe essere una di loro.
Il sentiero dei Giganti, così mio figlio Leonardo ha deciso di chiamarlo, attraversa una foresta magica nella riserva delle Marmitte dei Giganti, a nord del bel centro storico di Chiavenna (per scoprirne le bellezze consultate il link: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2016/04/i-tesori-della-valchiavenna.html) e a sud dell'inizio della Val Bregaglia che conduce al confine di Stato con la Svizzera.
Il sentiero dei Giganti, così mio figlio Leonardo ha deciso di chiamarlo, attraversa una foresta magica nella riserva delle Marmitte dei Giganti, a nord del bel centro storico di Chiavenna (per scoprirne le bellezze consultate il link: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2016/04/i-tesori-della-valchiavenna.html) e a sud dell'inizio della Val Bregaglia che conduce al confine di Stato con la Svizzera.
Il tracciato inizia in località Poiatengo, ai confini della cittadina, lungo la pista ciclabile che sale verso Prosto e assolutamente consigliata per via degli scorci suggestivi e il contesto campestre. Se volete saperne di più leggete il post: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2020/10/sulla-ciclabile-della-valchiavenna.html. La nostra camminata invece comincia dal parcheggio antistante la Chiesa del paese di Prosto al di là del fiume Mera.
Ma torniamo alla riserva, nella quale ci si immerge superando un gradino dopo l'altro fino ai piedi di pareti rocciose che sembrano caderci addosso, e poi su fino al Belmonte e al Belvedere dal quale ammirare i tetti di Chiavenna e il Castellaccio del Parco Paradiso, da scoprire nell'articolo al link: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2014/05/dalle-cascate-dellacquafraggia-alla.html.
Scalino dopo scalino nella riserva... |
Leonardo è davanti a tutti! |
Veduta dal Belmonte su una delle frazioni di Chiavenna |
Nella riserva si esplorano anfratti bui, caverne, passaggi segreti, e bisogna sfuggire ai ragni giganti, sculture in sasso e ferro poste a guardia del sentiero. Il divertimento sano si sperimenta dietro ogni angolo, basta solo avere la voglia di camminare.
Uno degli 'spaventosi' ragni della riserva |
Lo strano profilo di un uomo... |
Se si alza lo sguardo poi, il profilo di un uomo con la proboscide al posto del naso attirerà l'attenzione, e sul Belmonte la doppia sagoma di una bimba immortala il momento in cui, con la perdita del gioco, il bambino smarrisce pure la sua innocenza. L'opera di Nicoletta e Nawal vuole rappresentare la purezza dell'infanzia, quando il fanciullo è libero da pregiudizi culturali, etnici e religiosi. Quando i suoi occhi non hanno confini.
Marmitta nel cuore della riserva |
Una marmitta lungo la pista ciclabile nel tratto che da Chiavenna sale a Prosto |
La morfologia della Valchiavenna ha determinato le attività per la sopravvivenza degli abitanti che si legarono alla caurga, ovvero la cava, e alla tipologia di roccia che vi veniva estratta: la pietra ollare. L'esempio emblematico di una tale miniera, ormai abbandonata e convertita in attrazione turistica, è visibile nel vicino Parco Paradiso (post al link: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2014/05/dalle-cascate-dellacquafraggia-alla.html). Qui il duro lavoro degli uomini, iniziato nell'epoca romana, ha causato continue asportazioni, che a loro volta hanno prodotto una profonda spaccatura nella montagna lunga 45 metri e profonda 39 metri, resa ancora più suggestiva dalla presenza dei ruderi di due castelli gemelli edificati sulla cime delle rispettive porzioni. Ma torniamo all'attività estrattiva della pietra ollare il cui nome fa riferimento a vari tipi di roccia idonea a essere facilmente lavorata al tornio per ricavarne delle olle, ovvero dei recipienti. Le sue proprietà chimiche e fisiche la rendevano, e la rendono ancora oggi, perfetta per cucinare. E' resistente al calore e agli sbalzi di temperatura, si scalda lentamente e mantiene il calore a lungo, non assorbe l'unto del cibo, né gli attribuisce sapori estranei. Le pentole da porre sul fuoco, chiamate laveggi, vennero realizzate fino al 1950, quando cominciò a mancare la richiesta sul mercato e di conseguenza il fine economico dell'attività lavorativa. La pietra ollare non si utilizzò solo in cucina ma pure per creare fontane, statue, elementi architettonici presenti in chiese e palazzi della Valchiavenna. La fonte battesimale, creata nel lontano 1156 e conservata nel complesso della collegiata di San lorenzo ne è la prova. Possiede una forma circolare della circonferenza di 6 metri ed è abbellita da scultura in mezzo rilievo.
In lontananza le cascate dell'Acquafraggia |
A Chiavenna le bellezze modellate dall'uomo e quelle plasmate dalla natura si pavoneggiano l'una accanto all'altra.
Nella riserva delle marmitte dei Giganti, a una manciata di passi dal centro storico, si respira un'atmosfera magica, dove il bianco dei tronchi di betulla e il rosa degli arbusti d'erica spiccano sul grigiore di un inverno appena terminato. Le forme levigate della roccia rendono unico il parco e ci lasciano a bocca aperta mentre valichiamo il Sasso Dragone per cominciare la discesa verso il paese di Prosto, attraversando un profondo canyon plasmato dall'azione dei ghiacci. Quando gli alberi si diramano scorgiamo sul lato sinistro della Val Bregaglia verso il confine svizzero le cascate dell'Acquafraggia (http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2014/05/dalle-cascate-dellacquafraggia-alla.html). Il loro fragore non giunge fino a noi e da lontano i salti altissimi si riducono a rigagnoli.
Nei boschi del parco delle Marmitte dei Giganti |
Il canyon che si attraversa scendendo da Sasso Dragone verso Prosto |
Le rocce levigate spiccano sul bello sfondo montano |
Incisioni rupestri della riserva |
La riserva dei Giganti custodisce una testimonianza storica importante: le incisioni rupestri. Sui sassi scivolosi che si calpestano durante la passeggiata, l'uomo del passato ha inciso disegni e simboli per esprimere emozioni, idee, credenze e raffigurare le attività sociali ed economiche. Si distinguono le figure tracciate dalle persone che vissero qui nel medioevo fino al XIX secolo, ma ci sono segni ancora più antichi, databili all'età preistorica. Non mancano neppure disegni misteriosi dal messaggio oscuro a sfondo mistico-religioso.
Le incisioni di Chiavenna appaiono diverse da quelle famose della Valcamonica e di altre zone d'Europa, risalenti invece alla tarda età del Bronzo (1550-1200 a. C.). Questo aspetto le carica di curiosità.
Dopo un pomeriggio trascorso sui saliscendi del parco alla scoperta di marmitte, grotte, foreste e ruscelli, è un piacere varcare la soglia del caratteristico negozio di proprietà della famiglia Del Curto a Prosto. Oltrepassato lo gnomo del bosco, il profumo degli originali 'biscotin de Prost' avvolge i sensi stimolando la salivazione e provocando un brontolio nello stomaco. E' giustificato lasciarsi tentare dalle prelibatezze dolci in bella mostra sugli scaffali, perfette per una merenda gustosa.
Il negozietto della famiglia Del Curto a Prosto |
Chiesa della Beata Vergine di Prosto |
Qui il 31 maggio 1866 Don Guanella celebrò la sua prima Messa a ventitré anni, dando inizio alla propria carriera ecclesiastica. L'importanza di quell'episodio è fissata dallo stesso Don Guanella con le parole: "fu una santissima e gloriosa giornata, la più bella della vita mia, giorno cui riandando nella mente negli anni a venire io dovrei dimenticare qualunque affanno per balzare di gioia e di gratitudine".
Le vicende del religioso toccarono un altro luogo carico di fascino, il vicino borgo di Savogno, a cui ho dedicato un 'intero articolo al link: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2021/01/savogno-borgo-antico.html e che consiglio assolutamente di visitare!
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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