E' la terza volta che torniamo a camminare sotto i portici di via Roma a Torino, ammirando i palazzi signorili che compongono la scacchiera del centro storico e lasciando vagare lo sguardo nelle piazze infinite ed eleganti. Torino è vivace e fascinosa. Mi piace a tal punto da averle dedicato già diversi articoli: I mille volti di Torino, La bella Superga, Nel museo Egizio, Al Mauto.
L'ingresso del Museo del Risorgimento |
importanti come quello del primo Parlamento italiano nel 1861 e lo sviluppo della FIAT, ai tempi un polo industriale fra i più grandi d'Europa, ma pure dalla profonda crisi economica da cui è stata in grado di rialzarsi.
Ora è glamour e moda, boutique e ristoranti stellati, arte, culture e musei. L'atmosfera non è scalfitta dai senzatetto nascosti sotto un mucchio di coperte agli angoli delle case e dalle 'persone invisibili' che chiedono l'elemosina. Pure noi egoisticamente volgiamo gli occhi da una parte, verso il bello e il lusso, seppure quest'ultimo non accessibile. Vogliamo svagarci, ne sentiamo il bisogno, perché di questi tempi più che in altri periodi siamo letteralmente travolti dai problemi: l'ansia per un'epidemia non ancora del tutto placata, la guerra, l'inflazione, l'incertezza per il futuro nostro e dei nostri figli, il decadimento del senso civico e della società in genera. Si desidera trascorrere momenti positivi e di pensare in modo ottimista, ed entrambe le esigenze escludono il disagio sociale di alcune persone.
Iniziamo la prima delle due giornate a Torino all'ora di pranzo, gustando un panino su una panchina al sole del Parco pubblico Pellerina. Parcheggiare l'auto non è un problema data la presenza di numerosi posti auto liberi sulle strade che lo circondano. E' solo febbraio eppure le temperature tiepide ci coccolano come a primavera inoltrata.
Trattasi del maggiore giardino urbano della città, è attraversato dal fiume Dora Riparia, include tensostrutture sportive, chioschi e il Ristorante & Resort Cascina Marchese, parchi giochi e attrezzi ginnici. Non mancano colline e prati, grandi latifoglie e fazzoletti di pineta, ruscelletti e fontanelle, animali come oche e anatre, sentieri e viali lungo cui correre, camminare e andare in bicicletta. La sezione a nord del corso d'acqua è intitolata alla memoria dei sette operai morti nell'incendio scoppiato negli stabilimenti della Thyssenkrupp il 6 dicembre del 2007. Quella parte del parco è resa particolarmente bella dalla presenza di due laghi e uno stagno, e attraversarla è piacevole, rilassante, ci riconcilia con la natura.
Nel parco risplende un albero, seppure spoglio e secco, la luce si rinfrange sui ninnoli appesi ai rami e di notte le lucine si accendono per ricordare due ragazze che non ci sono più. La diciassettenne deceduta dopo un calvario di numerosi interventi chirurgici e l'altra di due anni più giovane che si è tolta la vita impiccandosi a una pianta lì vicina.
Uno scorcio del Parco Pellerina |
L'albero dedicato al ricordo delle due ragazze decedute |
E' giunto il momento di tuffarci nell'atmosfera coinvolgente e chiassosa del Luna Park di Carnevale allestito nella zona sud-est del parco. Vogliamo lasciarci stordire dalla velocità delle montagne russe e dal roteare vorticoso delle giostre, di scatenare l'adrenalina nelle case degli specchi e dei mostri, e di mettere alla prova la capacità di mira per abbattere lattine e vincere simpatici peluche. Non si rischia di soffrire la fame vista la presenza di numerosi stand dai quali sfuggono profumi di ciambelle, crepes, panini e hot dog, e neppure di patire la seta dato che assieme al festival del Luna Park si festeggia la Fiera dei vini, con tendoni all'interno dei quali si gustano piatti nostrani e soprattutto si beve e si balla.
Una delle giostre del Luna Park di Carnevale |
Ma Torino non è solo divertimento. Negli ultimi anni il rilancio turistico del capoluogo piemontese si è basato sulla valorizzazione del patrimonio storico, sulla stesura di una ricca proposta culturale e la messa in risalto delle tante esposizioni.
Prima fra tutte è sicuramente il Museo Egizio (il cui ingresso è vincolato alla prenotazione online sul sito: https://museoegizio.it/ ). Varchiamo per la seconda volta la soglia del bel palazzo barocco posto su una parallela dell'elegante via Roma, per esplorare l'esposizione egizia più antica al mondo, fondata nel 1824 e considerata la più importante dopo quella de Il Cario. Stavolta la scopriamo grazie alla visita guidata 'Giù la maschera' pensata appositamente per il periodo carnevalesco e adatta alle famiglie con bambini dai 6 agli 11 anni. Di certo passeggiare sui quattro piani zeppi di reperti, accompagnati da una guida esperta, simpatica, capace di coinvolgere pure i più piccoli e in grado di calamitare l'attenzione dei partecipanti su un percorso di storia ordinato, è un valore aggiunto. Fra le moltissime informazioni e curiosità dispensate, e i contenuti delle tante teche perlustrate, portiamo a casa dei ricordi preziosi.
Come quello della mummia di Gebelein, frutto della mummificazione naturale sotto la sabbia risalente a 5600 anni fa. I simboli del potere del faraone, considerato il figlio degli dei e perciò una sorta di divinità, il fagotto di bende all'interno del quale le analisi non invasive hanno dimostrato sia contenuta una mummia, la bellezza delle tuniche a pieghe e la quantità degli oggetti deposti nelle tombe che sarebbero serviti al defunto nell'aldilà. E ancora, le pitture sulle pareti delle stesse da cui si evincono gli aspetti dell'antica società egizia, la bella statua del sovrano Amenhotep I e quella della dea serpente Meretseger, cioè colei che ama il silenzio, la preferita dagli insegnati! :-))). La serie di sarcofagi 'a matriosca' di Kha, il capolavoro di geroglifici e colori del libro dei morti, 864 cm di formule funerarie, e le curiosità sulla biancheria intima, incluse le mutante di quei tempi che forse un giorno torneranno di moda. E poi la bellissima scultura di Pendua e Nefertari, la serie di statue della Dea Sekhmet, dea della guerra, la scultura 'colosso' di Seti II e la celebre Sfinge. Il faraone e la regina potevano essere rappresentati anche come sfingi, cioè con il corpo di leone e il viso d'uomo, figura che combinava la forza del felino all'intelligenza umana.
Mummia di Gebelein |
La Mummia fagotto |
Mummia conservata sotto uno strato spesso di bende |
Una sezione del libro dei morti |
Tunica a pieghe |
Statua cultuale di Amenhotep I |
Scultura di Pendua e Nefertari |
Chiude l'esposizione la frase: "loro se ne sono andati e il loro nome è stato dimenticato, ma è la scrittura che fa si che vengano ricordati", British Museum. E' il senso del nostro passato, di quello che siamo e di ciò che rimarremo dopo la morte.
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